Comune di Castel Baronia
 

Giulio Viparelli

 
 
DATA PUBBLICAZIONE
13/10/2010
 

Ingegnere Direttore dei Lavori

“… cerchiamo di far convivere l’esigenza ambientalistica con
l’esigenza dell’uomo di produrre attraverso questi terreni molto fertili “

“L’opera nasce sul vallone Macchioni che è l ‘affluente del fiume Ufita che fa parte del bacino più grosso, quello del fiume Volturno.

La diga è una diga in terra alta 36 metri, ha un invaso di circa 1.000.000 di metri cubi ed è la prima nella zona. E’ stata realizzata in tempi relativamente brevi anche se può sembrare ridicolo parlare di tempi brevi, perchè queste sono opere che richiedono notevole tempo e notevoli garanzie per chi poi dovrà gestirle.
La diga riceve le acque di circa 3 chilometri quadrati di bacino ed è dotata di uno scarico di superficie in sponda destra e di uno scarico di fondo in galleria in sponda sinistra. Lo scarico di superficie della sponda destra è atto a far sfiorare portate dell’ ordine di 100 metri cubi al secondo; lo scarico di fondo è una galleria di 2,80 metri di diametro, dove e anche ubicata la presa irrigua per l’irrigazione dei terreni a valle della diga. La rete irrigua è stata completata a cura del Consorzio. Quindi sì può capire quante opere si sono dovute attivare e quale impegno finanziario ci è voluto per realizzarle.

Il rilevato è stato realizzato in tempi relativamente brevi (in circa un anno) e oggi i primi invasi sperimentali stanno confermando la validità di questa scelta fatta sul territorio.
Il Consorzio ha iniziato con la costruzione dì questa piccola diga, piccola rispetto all’altra che ha in programma, che noi speriamo (e parlo a nome del Consorzio) che al più presto venga alla luce, la famosa diga Fiumarella. Qui parliamo di 340 ettari di terreno da irrigare, con la diga Fiumarella ne abbiamo 3.200 di ettari.

Quindi noi siamo speranzosi che finalmente anche questa diga, che come iter tecnico ha superato tutte le prove, sia al più presto oggetto di finanziamento da parie dello Stato. 0ggi secondo me, va rivista un momento quella che è stata una politica di demonizzazione nei confronti delle dighe. Oggi ci si rende conto che senza l’acqua purtroppo non si potrà andare avanti per molti anni. Quindi, ritorniamo un momento a quello che è l’utilizzo di queste acque e cerchiamo di far convivere quella che è un’esigenza ambientalistica con l’esigenza dell’ uomo di poter produrre attraverso i terreni che sono molto fertili in questa zona “.

 

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